I quattro accordi

I quattro accordi recitano: sii sempre impeccabile con la parola, non prendere nulla in modo personale, non supporre nulla, fai sempre del tuo meglio.

Così raccontano. 

E poi ci sono io… 

…in un’estate all’insegna di tentativi di comunicazione che si perdono, e neanche nel vento visto che c’è un’aria ferma che nemmeno nella palude. Eppure si perdono, fra il mittente e il destinatario, o arrivano inciampati, scombinati, ricomposti in altre mille modi, tranne in quello originario. E allora bisogna ricominciare da capo. A riordinarli. Magari in modo leggermente differente. Perchè l’intento si avvicini il più possibile al realizzato.

Probabilmente è perchè no, non sono impeccabile e neanche cosparsa d’olio da farmi scivolare tutto addosso. Anzi, prima si immagazzina e rivaluta, poi si viviseziona e soppesa, con la conclusione che il meglio si addormenta nell’attesa di fare.

Forse dovrei iniziare a dare retta a chi mi vuole bene da tanto tempo. A qualche piccolo indizio che mi ha lanciato qua e là. O allo striscione che mi ha appeso praticamente sopra il letto. 

La maggior parte del genere umano non si esprime come te -nell’orecchio mi era stato sussurrato all’inizio dei tempi- e quella minoranza che invece lo fa, beh, sei solo tu!

Perchè il conto è sempre destinato ad arrivare ed eccoci qua. A dover imparare un’altra lingua con tutti gli alti e bassi di chi si ributta sui banchi ad una certa età. Ed è piena di eccezioni sta materia nuova, tutte da memorizzare, una dopo l’altra, di continuo.

Ma a volte può valerne la pena, essere la montagna che raggiunge Maometto. Perchè bisogna tentare, di raggiungere la propria meta. A volte ci si può riuscire. A volte no. E’ scontato. Ma se anche così non fosse, se anche così non dovesse essere, se tutto dovesse rimanere invece solo un miraggio, beh, non è detto che il tentativo non si riveli altrettanto incredibile e appagante!

Dedicato a tutti quelli che non sanno filtrare le parole. A quelli che usano i vocaboli estrapolandoli dal loro significato consueto senza considerare che l’ascoltatore non ha il traduttore attivato. Agli ascoltatori ‘stranieri’. Ai ‘distratti’. A tutti coloro che credono ancora nell’utilità della parola, perchè la parola è spiegazione e la spiegazione è la base della comprensione. Alle persone che inseguono le loro chimere, tacitando la razionalità, prediligendo il vivere di privata poesia. Ed infine a tutti quelli che hanno il coraggio di condividerla, questa poesia, perchè restano convinti che, anche se incompresa, in qualche modo abbellisca loro e chi la ascolta.

I quattro accordi suggeriscono di essere sempre impeccabili con la parola, di non prendere nulla in modo personale, di non fare supposizioni, di fare sempre del proprio meglio.

E poi ci sono io. Che spesso decido di iniziare dalla fine. 

FacebooktwitterpinterestlinkedinFacebooktwitterpinterestlinkedin

Lascia un commento