LORO: Ma dai!! (Incredulità negli occhi e nella voce).. ti sei di nuovo tagliata i capelli?!?
IO: …
LORO: Hai fatto bene… corti… e che sfumatura dietro!… che bel taglio… corti corti proprio!…dovrò farlo anche io prima o poi… appena trovo il coraggio…
IO: … (abbozzo una smorfia e la chiudo così)
Sono nata nel 1977, siamo nel 2023: posso con certezza asserire di aver perso definitivamente il conto di quante volte la mia capigliatura sia stata commentata. Da qualsivoglia persona incontrata sulla mia strada. Anche da qualcuno che camminava su quella a fianco ed ha buttato un occhio, così, perchè non sapeva cosa fare. E…onesta? Che noia. Ma proprio proprio che NOIA ormai!
Generalmente la domanda cardine che arriva quando mi si conosce relativamente da poco tempo è, alla fine, un tentennato: ma… li hai mai portati lunghi?
Che razza di quesito è?
Che cosa sta a significare?
E’ rilevante?
Ooo mamma…devo confermare? O negare?
Eccovi accontentati: ebbene sì, li ho portati anche un po’ lunghi.
E corti corti o boyish. Poi ho avuto il bob, il long-bob, il pixie, l’undercut, con o senza bangs. Che è stata a volte lunga, alta, di lato, più o meno piena. Ho ceduto anche alla permanente, ai colpi di sole, alle 50 sfumature di rosso degli scaffali del supermercati italiani e stranieri e mi sono fatta arancione con tanto di precedente decolorazione per risultare proprio tinta a pennarello. Il Marito mi ha rasata a macchinetta (9 mm) più volte e nasco coloro topo, come mi definiva in era pre-FRIENDS chi condivide parte della mia genetica sfoggiando -lei- orgogliosa -all’epoca- il combo frangia+ciuffo laccato a cornice.
Che problema abbiamo con i capelli? Dico… noi, dei clan sapiens? Perchè questo rapporto contrastato? Ci vuole davvero del coraggio nel tagliarli? Abbiamo tutti un contratto con L’Oréal? O che? Perdiamo i superpoteri come Sansone nel caso? Che poi, coniugati sti superpoteri al femminile, da un punto di vista del maschio poco fantasioso, significa essere meno attraenti sessualmente? Cadiamo sempre lì, dai, parliamoci chiaro!
Perciò care ragazze color grano (spesso ‘aiutato’, diciamo così), fanciulle dai pigmenti ‘che mi rendono mogano’, e ancora voi dal crine perenne corvino anche con maggiorazione ‘anta’ nell’anagrafica: quale catena vi impedisce di sfoltire la lunga chioma? Vi chiamate tutte Andromeda?
Ma non siete ancora stufe di vedervi sempre uguali in ogni fotografia, stagione dopo stagione, avvenimento dopo avvenimento, con il risultato che la parrucca rimane immarcescibile mentre il vostro viso si forma e deforma piegandosi inesorabilmente alle bizze del tempo?
Per carità, la bellezza è tutta dalla vostra parte mentre io taglio con l’accetta i miei lineamenti prediligendo una zazzera minima oltretutto ormai brizzolata senza ritorno.
Il vento scompiglia la vostra di nuca, sprigionando aromi che ammaliano infiniti ammiratori mentre io metto il cappello per non prendermi nella maggior parte dei casi il raffreddore.
Ma poi arriva anche la stagione delle piogge. Benedetti monsoni. E spettatrice attendo il manifestarsi del vostro orrore mentre umidità e gocce, quali mefistofelici avvenimenti, fanno risorgere sulle vostre teste il crespo, araba fenice o Medusa, che tenevate energicamente sotto chiave.
Così, mentre lo scroscio purifica il mondo, io ballo sotto il cielo piombo come Gene Kelly e voi scappate a nascondervi: avete mai pensato a questa grande differenza?