Indossava un maglione verde brillante, un paio di jeans, era alta. E domava i capelli con una fascia di lana lavorata all’uncinetto dai colori scuri, con un fiore, su un lato. Era giovane e si muoveva veloce con un’espressione serena…
Aveva un viso pulito, la barba sembrava non volesse contaminarlo, gli occhi svelti. Colori chiari, anche nel vestire. Sporgendosi leggermente posava il piatto donandoci un cucchiaio, perchè i tagliolini si sarebbero dovuti consumare solo così per lui, arrotolandoceli sopra…
Sedeva verso il muro incastrata. Una frangia corta e nera delimitava la parte alta del viso e una montatura rotonda riquadrava gli occhi. Brillava nel suo cappotto grigio, come madreperla. Forse era per la carnagione particolarmente bianca. O forse era l’amica ordinaria pigiata a fianco a farle da trampolino…
Credo ce ne fossero altri, molti altri quella sera, in giro. Alcuni sicuramente più attraenti o particolari. Ma io non li ho notati. Non ho notato nessun altro. Io ho guardato loro e solo loro. E i loro pochi anni. A rallentatore quasi, mentre il mondo intorno continuava sulla sua velocità. Nessun motivo particolare. Nè credo mai li rincontrerò. Ma li voglio fermare qui, prima che il ricordo svanisca. Per la sensazione di futuro che mi hanno trasmesso. Quasi rimbombante nella sua totalità e pienezza. Al limite del prepotente. Decisamente bella.
(Mi piace guardare le persone. Spesso mi soffermo sui giovani. L’età anagrafica mi permette ora di sorridere davanti alla luce che emanano. A volte li invidio benevolmente. Tante altre li benedico quasi. E’ capitato nuovamente l’altra sera. Con questi tre giovani sconosciuti. Attimi di cui nessuno si è accorto. Che hanno arricchito me, di un pezzo in più.)